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Lucifero_dannato
PROFILO INATTIVO (dal 2024-04-16)
Grado Junior

GDR: Free Gdr (vm18) - La città del peccato (gestione citytoobad)

Categoria: Demone


SONO IL MALE CHE VI CIRCONDA



Non ha dimenticato, seppur fossero passati ormai dieci anni dall’ultima volta. Quella missione si era vista molto più complicata del previsto, peggiore e molto più dura di quanto avesse potuto sperare: appena arrivati sul campo di battaglia alcuni stranieri avevano iniziato a bombardare le loro trincee, la consapevolezza di non tornare mai più a casa era abbastanza alta; il comandante della missione era stato colpito alla nuca; un colpo nudo e crudo che lo portò dritto alle porte del paradiso; la paura, adrenalina, tutte queste sensazioni si mescolarono nelle menti di quei giovani soldati, e l’unico a rimaner vigile e attento era Will. Un vuoto nell’aria e nel cuore dell’uomo, che l’unica voglia di rimanere in piedi era la speranza, ma i miracoli in quel momento non esistevano.
   Sospira, l’aria secca che sembrava di stare nel deserto, mentre i loro polmoni dovevano accontentarsi dell’aria secca e mescolata dal fumo degli spari e degli bombardamenti, apparentemente, dovevano accontentarsi.
Tanti soldati erano morti in quella missione, e pochi erano rimasti in salvo. Lui lo sa, benissimo e vorrebbe poterli salvare con uno solo sciocco di dita, così che ognuno di loro potessero ritornare alle proprie famiglie.
Attende qualche istante, poi lentamente si adagia contro un tronco, togliendosi dalla nuca il casco che lo proteggeva in qualche modo, strofinandosi gli occhi con la manica della divisa sporca di fango e sangue.
 « Ho paura di non farcela Capitano, moriremo vero? »  domanda, in maniera preoccupata, uno dei soldati più giovani della truppa.  « io ho combattuto la guerra e credimi se ti dico che questa missione è una sciocchezza in ciò che ho dovuto compiere, non morirai, soldato.. »
William aveva dato quella risposta a quel giovane ragazzo senza nemmeno sapere pure lui di cosa stava parlando. La paura la si celava anche nel suo cuore, poiché doveva dare il buon esempio; e sarebbe stato consapevole di ciò che avrebbe potuto accadere.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀C’è stato un tempo in cui il William non si sarebbe davvero fermato dinanzi a nessuno, diverso dal proprio padre, di Paride, di sua madre. Era il sorriso di un guerriero, sotto moltissime spoglie a farlo reagire con coraggio, sebbene avesse avuto sempre paura della morte. Paride no, il padre di William non aveva mai avuto paura della morte. Ricorda quei forti rumori, coprendosi con le mani gli occhi. Ricorda come fosse ieri, quelle forti urla, quelle suppliche. Era il favore di Zeus a permetterlo? Era l’occhio degli dèi?
La famiglia Smith era sempre stata una generazione inglese e sempre rispettata in società, e con il senno di poi forse avrebbero preferito non esserlo. La ricchezza e la fama non potevano nulla contro lo spesso strato di doveri che ognuno di loro sentiva addosso, ma fortunatamente non abbastanza per soffocare l’allegria. Nonostante tutto, degli Smith si diceva questo; che fossero una famiglia allegra, con il loro piccolo esercito di tre bambini. William era il figlio maggiore del Capitano Smith, Paride Smith. Un uomo definito da molti pilastro della nazione, irreprensibile capitano della Marina Britannica. Aveva passato così tanto tempo in mare che non aveva potuto dare la gioia di altri figli alla signora Smith.
« Non so se posso mantenere questa promessa, Isac. Ti conviene scrivere alla tua famiglia e mandare un messaggio d’addio! » Aveva subito confessato, accendendosi l’ultima sigaretta che teneva nel taschino. Guarda dinanzi a sé il vuoto che si celava in quella situazione, lasciando che quella nevicata di cenere potesse poggiarsi e appiccicarsi addosso ai loro abiti. Invece no: sarebbe stato altrettanto facile venirsene via, ma ormai quella truppa era troppo debole per potercela fare.
ㅤW\E : ‹‹ Stai bene?» chiese subito il fratello minore, barcollando di qua e di là. Gli girava la testa, mentre guardava nel viso suo fratello. Sulla fronte e sulle orecchie gli ricadevano le stesse onde di capelli color d’orato\castano. Philippe lo guardava negli occhi.ㅤ
W\E: ‹‹ La testa - mormorò lui. Toccò il bernoccolo che si stava materializzando sul cranio - Sono caduto ››ㅤㅤㅤ
P: ‹‹ Sono stati bastardi a tirarci questi scherzi. Ero in terza fila e ho cercato di avvertirti. ››
ㅤㅤㅤW\E: ‹‹ Tu sei ferito? Stai bene, Fratello mio? ›› William gli poggiò delicatamente la mano contro la sua guancia. Philippe aveva qualche graffio, ma William con quel livido era buffo.ㅤㅤㅤP: ‹‹ Chiunque fosse, sapeva del nostro arrivo. ››ㅤㅤㅤW\E : ‹‹ Ma perché... non capisco... ››ㅤㅤㅤ
P : ‹‹ Qualcuno avrà fatto la spia e qualcuno si era intruso nella nostra missione.  ››ㅤㅤㅤ
W\E : ‹‹ Credo di sì - lo guardò - Qualcuno ci ha traditi? ››ㅤㅤㅤP : ‹‹ Si, fratello.  ›› rispose lui, e velocemente tirò fuori lo zaino con delle radio. Dovevano fare in fretta se dovevano tracciare qualcuno della truppa.
ㅤㅤㅤW\E: ‹‹ Aspetta! ›› Ma subito Will lo fermò per il braccio. Aveva il fiatone e sentiva il proprio cuore battere più forte che mai.
Come avrebbe potuto lasciarsi sfuggire colui che gli aveva traditi? Quella botta gli aveva procurato un danno celebrale, si sentiva pesante e sentiva la nausea farsi strada.
ㅤP : ‹‹ Vieni con me! Tu c’è la devi fare! ›› Ma anche il giovane Philippe era ferito.
W\E: ‹‹ Non posso farcela, prendi la mia pistola. Trova un punto che prenda almeno due tacche, in questa zona non prenderà mai il segnale, e cerca di metterti in contatto con la seconda truppa, cerca di fare rapporto. Non perdere il controllo e se il nostro nemico si fa avanti ammazzalo senza pietà! ››
ㅤㅤㅤP: ‹‹ Non me ne voglio andare senza di te, Fratello. ››
ㅤㅤㅤW\E ‹‹ Oh, ecco, vedrai che c’è ne andremo via insieme! Ricordati la promessa, Philippe. E comunque, qui starò al sicuro. Vai con Massimo e lui ti starà accanto! ››
ㅤㅤㅤP : ‹‹ Come fai a restare così calmo? Ti hanno dato una botta in testa, sei caduto, a momenti ti bombardavano addosso... ››ㅤㅤㅤ
W\E: ‹‹ Abbiamo fatto cose ben peggiori, dunque, questa dovrebbe essere solo una semplice passeggiata per noi. Quei figli di puttana ci credono stolti - William cercò di raddrizzarsi con la schiena, per quanto fosse possibile da seduto - La caduta non mi ha danneggiato la memoria. ››
Philippe gli rivolse un’occhiataccia. Poi caricò la pistola di qualche proiettile.
In fin dei conti aveva ragione lui. Era una passeggiata.ㅤㅤㅤW\E: ‹‹ Ricordati di ammazzarli! Non avere pietà nemmeno per le donne\ anch’esse \ hanno ammazzato i nostri uomini, Philippe. Ricordatelo.. ››ㅤ
Philippe aveva sempre dato retta al fratello Maggiore. Dacché entrambi avevano combattuto insieme anni orsono. Mentre William era sempre stato più forte di lui, essendo stato addestrato molto prima di Philippe. La guerra nessuno la dimentica, nessuno si lascia alle spalle quel passato. Era sconvolto stavolta, e William glielo aveva letto negli occhi. Non che la guerra avrebbe smosso via i sentimenti, anzi; Will aveva sempre avuto il terrore della guerra, e non era mai un bel vedere, niente lo era di quel contesto. Ma combattere al fianco dei suoi fratelli e sperare in una salvezza era l’unico sollievo. E all’epoca era stato costretto dal padre a intraprendere questo cammino. Ignorando affatto quel sentimento cosi sincero e doloroso.

.. (.... ) « Comincia così. Con un insulto. Preferisco scegliere una paziente che mi insulta da guarita che da morta, che mi disprezzi da viva che da morta, dimostrandomi che c’è la fa. Preferisco dare soddisfazione ad una viva che ad una morta, vedere il proprio paziente felice, a ribellarsi alla sua malattia, il suo malessere, poiché nessuno ha piacere di avere problemi salutari. »
Era pur sempre una speranza quella che le stava offrendo, prendendole delicatamente la mano, e le offrì in qualche modo speranza, un nuovo capitolo, con il quale lei avrebbe potuto iniziare a scriverlo. Ma su questo Will non avrebbe potuto darle la soddisfazione che il malessere non si sarebbe ripresentato.
«Mi scusi», disse.
«Preferisco che tu mi dia dello stronzo da vivo che da morta, non ti pare?»
« Mio caro Doc, non sarà di certo questa assurda malattia a fermare la mia passione per la danza e soprattutto saprò superare questi ostacoli, almeno fin quando avrò vita, e quindi, se voi me lo permettete io andrei a casa e soprattutto andrei a godermi la vita, d’altronde tra pochi giorni è il mio compleanno.

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Prima di giudicare il mio carattere o la mia vita, indossate le mie scarpe, percorrete il mio cammino. Vivete il mio dolore i miei dolori, i miei dubbi. Attraversate gli anni che ho attraversato e inciampate dove ho inciampato, rialzatevi proprio come ho fatto io e solo allora potrete iniziare a capire. Se non avete vissuto le mie esperienze, non potrete capire. Prima di giudicare, cercate di prendere le distanze, prima di parlare, cercate di ascoltare. È facile guardare, e facile criticare, dall’esterno. Ma è tutta un’altra cosa quando si vive la situazione all’interno. Prima di trarre conclusioni affrettate cercate di mettervi nei panni degli altri. Non capirò mai questo bisogno di parlare degli altri per esistere. Continuate la vostra ipocrisia se lo desiderate. Personalmente continuo a procedere fiero. Perché ogni giorno sono migliore.



 

 

 

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