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LaSignora
♀ Maestro - Lavoro: Giornalista

GDR: Isola di Lesbo (gestione Dariya)

Categoria: Lsb

Prestavolto: Safroncik Anna (inserito da me)


BREVE BIOGRAFIA

E’ nata a Roma il 5 gennaio 1981 da una famiglia ucraina. E’ un’ex modella, attualmente fashion influencer e giornalista di moda e spettacolo.

Diplomatasi al liceo artistico con il massimo dei voti, già all’età di 17 anni comincia la sua carriera come modella. Si iscrive a Marketing e Comunicazione, laureandosi brillantemente.

Comunque non ha mai smesso di posare come modella e facendo servizi televisivi di cultura e spettacolo presso tv locali. Inizia a lavorare anche come influencer di moda sui social, ottenendo un discreto successo.

Vive al centro di Roma, in un appartamento tutto suo, con due cani, Igor e Patry.

Ha chiuso con gli uomini e ormai ama relazionarsi SOLO con donne.

Ama fare sport, mangiare sano e fare viaggi, specie nelle isole greche, dove va in vacanza spesso. Adora la cultura e l’arte pittorica (dipinge anche lei per passione), il cinema e la musica.


CANZONE PREFERITA

Hey Jude, don’t make it bad.
Take a sad song and make it better.
Remember to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
Hey Jude, don’t be afraid.
You were made to go out and get her.
The minute you let her under your skin,
Then you begin to make it better.
And anytime you feel the pain, hey Jude, refrain,
Don’t carry the world upon your shoulders.
For well you know that it’s a fool who plays it cool
By making his world a little colder.
Hey Jude, don’t let me down.
You have found her, now go and get her.
Remember to let her into your heart,
Then you can start to make it better.
So let it out and let it in, hey Jude, begin,
You’re waiting for someone to perform with.
And don’t you know that it’s just you, hey Jude, you’ll do,
The movement you need is on your shoulder.
Hey Jude, don’t make it bad.
Take a sad song and make it better.
Remember to let her under your skin,
Then you’ll begin to make it
Better better better better better better, oh.
Na na na nananana, nannana, hey Jude...
(The Beatles)





POESIA PREFERITA

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
(Eugenio Montale)





PER NON DIMENTICARE

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa e andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)





IL SERPENTE CHE DANZA
di Charles Baudelaire

O quant’amo vedere, cara indolente,
delle tue membra belle,
come tremula stella rilucente,
luccicare la pelle!
Sulla capigliatura tua profonda
dall’acri essenze asprine,
odorosa marea vagabonda
di onde turchine,
come un bastimento che si desta
al vento antelucano
l’anima mia al salpare s’appresta
per un cielo lontano.
I tuoi occhi in cui nulla si rivela
di dolce né d’amaro
son due freddi gioielli, una miscela
d’oro e di duro acciaro.
Quando cammini cadenzatamente
bella nell’espansione,
si direbbe, al vederti, che un serpente
danzi in cima a un bastone.




“Ascolta la donna quando ti guarda, non quando ti parla". (Khalil Gibran)






INNO NAZIONALE UCRAINO

Non è ancora morta la gloria dell’Ucraina, né la sua libertà,
a noi, giovani fratelli, il destino sorriderà ancora.
I nostri nemici scompariranno, come rugiada al sole,
e anche noi, fratelli, regneremo nel nostro paese libero.

Daremo anima e corpo per la nostra libertà,
e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe cosacca.
Daremo anima e corpo per la nostra libertà,
e mostreremo che noi, fratelli, siamo di stirpe cosacca.





CERTE NOTTI

Certe notti la macchina è calda
E dove ti porta lo decide lei
Certe notti la strada non conta
Che quello che conta è sentire che vai
Certe notti la radio che passa Neil Young
Sembra avere capito chi sei
Certe notti somigliano a un vizio
Che tu non vuoi smettere, smettere mai

Certe notti fai un po’ di cagnara
Che sentano che non cambierai più
Quelle notti fra cosce e zanzare
E nebbia e locali a cui dai del tu
Certe notti c’hai qualche ferita
Che qualche tua amica disinfetterà
Certe notti coi bar che son chiusi
Al primo autogrill c’è chi festeggerà

E si può restare soli
Certe notti qui
Che chi s’accontenta gode
così così
Certe notti sei sveglio
O non sarai sveglio mai
Ci vediamo da Mario prima o poi

Certe notti ti senti padrone di un posto
che tanto di giorno non c’è
Certe notti se sei fortunato
Bussi alla porta di chi è come te
C’è la notte che ti tiene fra le sue tette
Un po’ mamma un po’ porca com’è
Quelle notti da farci l’amore
Fin quando fa male fin quando ce n’è

E si può restare soli
Certe notti qui
Che chi s’accontenta gode
così così
Certe notti son notti
O le regaliamo a voi
Tanto Mario riapre prima o poi

Certe notti qui, certe notti qui
certe notti

Certe notti
Sei solo più allegro, più ingordo,
Più ingenuo e coglione che puoi
Quelle notti son proprio quel vizio
Che non voglio smettere, smettere mai

E si può restare soli
Certe notti qui
Che chi s’accontenta gode
così così
Certe notti sei sveglio
O non sarai sveglio mai
Ci vediamo da Mario prima o poi

Certe notti qui, certe notti qui
certe notti qui.
(Luciano Ligabue)




“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società”
(RITA LEVI-MONTALCINI)




“Io stessa non sono mai stata in grado di scoprire cosa è esattamente il femminismo; so solo che la gente mi chiama femminista ogni volta che esprimo sentimenti che mi differenziano da uno zerbino”.
(REBECCA WEST)


 

 

 

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