Uno dei testi più interessanti e probabilmente personali del giornalista polacco Ryszard Kapuscinski, che racconta parte della propria biografia, anche attraverso i suoi viaggi. Suo personale compagno di viaggio è proprio Erodoto. La sua capo redattrice nel 1956, insieme al primo viaggio all’estero come corrispondente gli dona il libro Storie di Erodoto. Sarà proprio il libro a fargli compagnia per tutti i viaggi a seguire.
Non è un semplice reportage di viaggi (dall’India, alla Cina, all’Iran, Etiopia, Sudan, Congo …), ma i suoi racconti si alternano a estratti proprio delle Storie di Erodoto, da lui considerato il primo vero reporter della storia, tanto da renderlo come un secondo protagonista del libro.
I viaggi di Kapuscinski sono a un tempo viaggi reali e viaggi nel mondo di Erodoto, al punto che, a volte, può risultare difficile distinguere la realtà attuale da quella del tempo di Erodoto.
Storie che s’intrecciano, con Kapusinski cerca di elargire informazioni con lo stesso sguardo imparziale di Erodoto. Anche quando ormai è un affermato reporter, anni dopo quel primo viaggio, si trova a rileggere quelle pagine e a trarne qualche nuovo insegnamento. La lettura di Erodoto permette all’autore di esprimere i suoi sentimenti sul mondo e sulla storia: diversità, viaggio non come evasione, ma conoscenza e ascolto degli altri, la storia non come descrizione di eventi trascorsi, ma come presenza immanente " perché le imprese degli uomini col tempo non siano dimenticate ".