Leonilla Avramovna Rozhdestvenskij
Cresciuta da Avram "Авраам" e Aida "Ада" Rozhdestvenskij, una coppia di anziani contadini residenti in un villaggio rurale della Russia scandinava, Varzuga. Il cognome deriva dalla parola russa "Rozhdestvo", cioè Natale. Infatti il signore e la signora Rozhdestvenskij sono molto religiosi, legati alle tradizioni e patriottici, per nulla spavaldi o severi. Sono persone umili, che da sempre si impegnano per essere buoni cittadini e per guadagnarsi il pane da sè, e dal gran cuore. Avram svolge attività di pesca nelle acque dolci del fiume che attraversa il villaggio e con gli anni ha messo su una modesta fattoria. Aida, dal canto suo, eccelle nel lavorare a maglia ed è conosciuta tra i suo compaesani come la sarta migliore del villaggio ed anche l’unica se vogliamo dirla tutta. Dunque quando gli si presentò fuori dalla porta di casa una piccola creatura indifesa, rannicchiata sullo zerbino sul quale riposava non poterono che accoglierla per farle respirare un po’ di quel tiepido calore. Aveva poco più di un anno ed era notte fonda quando fu abbandonata. Al suo risveglio la bambina non face altro che ripetere un’unica e sola parola: niya. Oltre a questo non era in grado di comunicare, anche se chiese spesso di mama’n. La chiamarono Nelli, un dolce diminutivo per Leonilla (Леонилла) , il nome con il quale risulta essere registrata all’anagrafe anche se il suo vero nome di battesimo coincide con Ifigeniya. (Ифигения).
A S P E T T O F I S I C O
Ha un fisico slanciato e asciutto, ossa fragili e pelle diafana. Il bianco della sua pelle le permette di risplendere nell’oscurità delle tenebre, decisamente un difetto per chi come lei vuole rimanere nascosta nell’ombra il più a lungo possibile. La luce del sole le fa male agli occhi, troppo vitrei e assenti per essere definiti semplicemente glaciali, sono decisamente stregati quegli occhi grandi e cadenti. Gli stessi sono spesso segnati da occhiaie, l’unico contrasto osservabile su quel viso dai lineamenti regali: mandibola scandita e zigomi alti. Le guance appena paffute segnano un’infanzia ormai passata e non sono mai arrossate. Sembrerebbe morta se non fosse per quei battiti di ciglia o quei respiri profondi. Il battito del cuore, invece, è lento e udibile solo a vicinanze estreme. Anche le sopracciglia scompaiono su quella distesa di latte versato che è la sua pelle e se non fosse che i capelli sono di un biondo chiarissimo si direbbe che è albina. Ha tutte le carte in regola per esserlo ma quel folle del dottor Kamiski dice solo che non ha preso abbastanza sole nei suoi sedici anni di vita. "E fallo un sorriso!" diceva pure. Il labbro inferiore è leggermente più carnoso di quello superiore e risultano essere di un colorito rosato. Queste celano una dentatura imperfetta, uno tra i tanti motivo per cui non mette in mostra il proprio sorriso: se ne vergogna.
Veste il più delle volte con abiti color pastello, gonne di jeans e non, t-shirt e top corti il cui compito dovrebbe essere quello di mettere in mostra le forme, delle forme però pressochè inesistenti.
Indossa sempre - anche per dormire e fare la doccia - una catenina dorata che tenta di nascondere il più delle volte al di sotto di maglie o foulard di velo. A volte i capelli, lunghi fino ad altezza scapole, sono intrecciati o raccolti in semplici acconciature ma nella maggior parte del tempo questi sono lasciati cadere sulle spalle, diritti come spaghetti. Quando arriva l’estate sono è d’obbligo per lei calzare dei sandalini alla schiava che le intrecciar i polpacci privi di muscolo, mentre all’inverno sono riservati stivaletti in cuoio. Raramente usa converse o scarpe da ginnastica.
T E M P E R A M E N T O
Testarda, orgogliosa, distante, impulsiva, non le interessa interagire con le altre persone, sapere la loro storia o cosa gli piace o non gli piace fare così come non preferisce parlare di sé. Una ragazzina priva di entusiasmo, ma particolarmente legata alla propria terra madre. Fa davvero fatica ad aprirsi con qualcuno e non ammetterebbe mai i propri errori. Preferisce il silenzio alle troppe chiacchiere. E preferisce stare in disparte, per nulla abituata ad essere circondata da troppe persone. Non conosce proprio il peso che c’è dietro il ferire qualcuno per questo spesso lo fa inconsapevolmente, non trovando nulla di male nel farlo. Alle domande altrui risponde per educazione e non per interesse. Non sa controllarsi. Infatti quando si arrabbia potrebbe fare e dire cose non proprio gradevoli, oltre a ciò quando è troppo spaventata il suo potere potrebbe prendere il sopravvento. Motivo per cui tenta in tutti i modi di manipolare le proprie emozioni risultando disumana agli occhi del resto del mondo. Ma grazie a quelle anime pie che sono i suoi genitori adottivi c’è ancora speranza per lei.
"still, i don’t feel in control sometimes."
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