Andreas de Bienville.
New Orleans, 1618.
Dimostra più o meno sui 24’anni d’età. Cambia spesso città, questo anche grazie al valore monetario che gli conferiscono le sue industrie, diventate potenti con il passare degli anni. A capo di quest’ultime non c’è mai lui, ma qualche sottoposto, umano.
Rome, 2011.
«La città era appena stata fondata. Il dominio francese quasi si estendeva come se fosse un cancro. Era il 1618. E no, non è la mia data di nascita, perché è meglio dire, data di rinascita. Quasi ho dimenticato qual’era la mia vita, prima di ritornare. In fondo ero solo un ragazzino, un giovane uomo dalle grandi aspettative. Ora, mi rendo conto che erano tutte idee sciocche, semplici e soprattutto, senza fondamenta. Ora, me ne rendo conto. Ma in quella notte, nel 1618, già l’avevo capito, alla fine. La morte, lei, apre un sacco di piccole porte, che non avevamo visto. Lei, libera. Lei, dona.»
First encounter with a vampire,New Orleans, 1630. «devi accettarlo.»
«accettare cosa?»
«quello che sei.»
«e cosa sono?» |
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- è qualcosa di impossibile.
- chi, Andreas?
- sì! ogni volta ottiene quello che vuole.
- già.. lui ha sempre, quello che vuole. |
Paris, with madame Boucrix. 1891. «Sai ti devo confidare che, nei primi 100 anni ho maledetto colui che mi ha morso» disse, sedendosi sulla sua poltrona, tenendo saldo tra le dita il calice di vetro con dentro il vino. Io lo fissavo, forse ancora perchè non ci credevo a quello che mi aveva detto, eppure, continuava.. Nonostante fosse palese dalla mia faccia che ciò mi aveva scioccata. In movimenti sgraziati mi sedetti nel divanetto di fronte a lui, in attesa che continuasse «mi chiedevo perchè mi avesse abbandonato, senza capire chi ero..cosa fossi..» ha abbassato lo sguardo. Per una frazione di secondo, ha un’espressione particolare, non l’ho mai vista prima, ma togliendomi dalla mia riflessione, continuò: «sai, però dopo anni e anni, ho capito. Mi ha lasciato la libertà di capirlo da solo. Di non cadere nel rapporto morboso che si crea con il proprio creatore. Di seguire la via del sangue, da solo.»Iniziavo davvero ad avere paura. «Quindi...te non sai chi egli sia?» Non rispose subito, si voltò prima verso di me, sorridendo. Un sorriso spiazzante e disarmante. «No, non so chi sia. Ma lo sento. Lo sento come se fosse qui con me, dentro di me.» |
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