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Captivus Ruola con me!
PROFILO INATTIVO (dal 2024-03-12)
Maestro - Lavoro: Schiavo
Non c’è atto più libero di quello di farsi schiavo. Che non è sempre facile, ma a patto che sia un gioco,... e senza dimenticare che un gioco può essere ciò che di più reale esiste.

GDR: Eroticamente (Hot - V.M. 18 anni) (gestione RedheadValentine)

Categoria: BDSM

Prestavolto: schiavo (inserito da me)

Club:  Il mondo di Amelia -Night Club  ||  Il Mio Harem- Night Club   ||  Domina 


Captivus Vita
Gdr: Free GdR (hot) - BDSM







All’inizio, quando una ragazza ti si siede sulle spalle è piacevole.. Ti fa sentire intimo, senti il suo peso su di te e se specialmente ti piace essere dominato hai solo sensazioni positive... poi piano piano comunci a sentire dolore alla schiena, alle ginocchia... lei sembra diventare sempre piiù pesante, comici a tremare sotto la sensazione della fatica.. ma resistei, perchè sai che il tremore la disturberebbe





Matriarcato è quando lei con un cenno può ordinarti di inginocchiarti e farle aerea se ha caldo....





Nessuno prova davvero piacere ad essere punito o frustato, ma può essere molto eccitante il fatto che lei abbia diritto di farlo e averne un po’ timore....
#femdomina #mistress #slave




Troppo carina, Bionda occhi marroni, statura normale. Sicuramente la più carina del corso. Discutevamo su una questione che riguardava le modalità di svolgimento dell’esame di diritto romano. Entrambi volevamo avere ragione…. Poi lei mi propose una scommessa: chi vinceva sarebbe stato il padrone dell’altro fino alla fine del corso: circa un mese; era bellissima ed io accettai; aveva ragione lei; ed io fui il suo schiavo.

Quello stesso giorno dovetti accompagnarla a casa e portarle i libri; vivevamo entrambi a Milano con un ragazzo io, con una ragazza lei. Arrivati a casa raccontò alla sua amica della nostra scommessa. Anche l’amica era molto carina; occhi azzurri: direi glaciali, alta come me, molto magra.

Ero imbarazzatissimo; l’amica cominciò a ridere entusiasta e divertita poi disse: “beh fallo restare qui allora affinché possa farci da domestico.” Mi sembrava eccessivo, ma in fondo anche divertente telefonai al mio compagno di casa e gli dissi che sarei rimasto fuori per qualche giorno.

Pranzammo insieme, poi si divertirono a guardarmi sparecchiare e pulire la tavola. Si sdraiarono l’una in poltrona, l’altra sul divano. Cristina, la mia padrona, mi disse di aspettarla… tornò dopo pochi minuti in mutande, con una lunga canottiera che le copriva appena e le scarpe da ginnastica e mi disse di farle un massaggio mentre lei avrebbe guardato la televisione sdraiata sul tappeto.

Eccitatissimo iniziai, massaggiai il suo corpo caldo per una buona mezz’ora. La sua bellezza era tale da lasciare senza fiato il suo corpo era caldo e profumato, la sua pelle liscia come il velluto; mi disse di toglierle le scarpe e di massaggiarle i piedi… obbedii, un po’ meravigliato per la richiesta, ma sempre più eccitato… “Puzzano?” Mi chiese allora Claudia, l’amica, “No” risposi, per una strana forma di cortesia nei confronti di Cristina…. e, in effetti forse neppure mentii perché non percepivo l’odore di quei piedi sudati come qualche cosa di fastidioso, ma come qualche cosa di piacevolmente eccitante. “Allora baciali”, mi disse ancora Claudia.

Obbedii divertito, ma imbarazzatissimo. Cristina si alzò e si sedette sulla poltrona: “bene ora inginocchiati e continua a baciarmi i piedi”. “Leccali” mi disse Claudia. “No” mi disse Claudia, mi fa schifo farmi leccare i piedi, da uno che non è il mio ragazzo, se vuoi fatteli leccare tu. Il gioco era terribilmente eccitante. Aveva accettato che glieli baciassi, ma ora non voleva che glieli leccassi, o forse, voleva solo umiliarmi di più. Restando inginocchiato tolsi a Claudia gli stivali, e, sempre seguendo i suoi ordini, leccai i suoi piedi prima con i calzini, poi senza; mi fu ordinato di leccare tra le dita e di pulire con la lingua quei piccoli rimasugli di sudiciume che si formano su un piede non proprio pulito che resta costretto negli stivali.- Sentivo in bocca il sapore di piede sudato… ero imbarazzato da morire, per quello che stavo facendo, ma eccitatissimo.

Non sapevo se fosse più l’eccitazione o la vergogna per quello che stavo facendo, quando poi vidi Cristina scattare delle foto la vergogna superò di gran lunga l’eccitazione. Non volevo tirarmi indietro, ma cominciai a pensare che anche volendolo fare, forse, non sarebbe stato più facilissimo.

Restai talvolta legato per due ore fui torturato in ogni modo psicologicamente e fisicamente, mai in maniera cruenta, ma il mio soggiogamento era oramai totale. Alla fine slegato restai a servirle come se fosse il naturale sviluppo della nostra scommessa. Per quanto nessuno potesse immaginare fino a che punto si spingesse la cosa la notizia della scommessa per cui io ero diventato lo schiavo di Cristina, si sparse rapidamente per tutta l’aula della università. Alcuni cominciarono a prendermi bonariamente in giro, altri si capiva che proprio mi invidiavano perché questo mi permetteva comunque un rapporto privilegiato con la bella e desideratissima Cristina; negli intervalli tra le lezioni dovevo andare a prendere il caffè per lei e per le sue amiche, dovevo portare gli zaini a lei e alle sue due migliori amiche... dovevo riordinarle i libri nello zaino quando finiva la lezione, gestire la sua agenda come una segretaria.

Lei ogni tanto mi ricompensava con qualche bacetto sulla guancia, quasi a sottolineare un rapporto di particolare complicità che riconducesse agli occhi di tutti la nostra relazione ad un ambito di normalità. D’altro canto tutto ciò mi divertiva e stava portando a galla una vena masochista forse mai sospettata o quanto meno nascosta.






#mistress #slave #padrona #schiavo #femdom #dominazione




Quando andavamo a fare la spesa, venivo regolarmente riempito di pacchi sia da Cristina sia dalla sua amica e convivente Claudia che partecipava totalmente alla mia dominazione. Ero il loro facchino, il loro maggiordomo, il loro cameriere e il loro massaggiatore personale.

La parte del corpo cui dovevo prestare la maggiore attenzione erano sicuramente i loro piedi. Dovevo massaggiarli, baciarli, leccarli, lavarli a seconda dell’ordine ricevuto.

Talvolta non ordinavano proprio niente ed io dovevo restare in ginocchio, in silenzio fino alla completa anchilosizzazione delle mie gambe. Il gioco si faceva sempre più duro ed io accettavo via via gradi di umiliazione prima impensati. Venivo spesso legato in posizioni dure da sopportare, calpestato con i loro piedi nudi o calzati, anche con scarpe dai dolorosi tacchi a spillo.

In genere il gioco era iniziato da Claudia, spesso Cristina era titubante ma poi si divertiva e diventava sadica quasi quanto l’amica. Io dovevo lavare i loro panni, riordinare la casa e pulirla, cucinare per loro e servirle a tavola come un vero cameriere; mentre mangiavano, poi buttavano sempre del cibo per terra per me ed io dovevo raccoglierlo con la bocca per mangiarlo. Dopo un po’ di tempo cominciarono anche a calpestarlo ed io dovevo raccoglierlo anche dai loro piedi o dalle loro scarpe oppure a sputarlo dopo averlo masticato.

Dovevo chiedere il permesso per andare in bagno, per mangiare o per qualsiasi altra cosa… in genere mi erano concessi tutti quelli che loro chiamavano “bisogni naturali e necessari”, ma era una concessione in cambio della quale dovevo in genere subire qualche cosa o pagare quello che loro chiamavano un “pegnino”: un po’ di sberle, un morso sui capezzoli, fare uno spogliarello per loro, uscire nudo in balcone per addentare una mela dalla cassa e riportarla a loro, fare un po’ di flessioni col bacio (la normale flessione baciando terra o ciò che loro decidevano: un loro piede una scarpa, un calzino loro o mio, della polvere di peperoncino una mosca morta, o qualunque cosa la fantasia suggerisse in quel momento).
Erano sadiche e esibizioniste, razionalmente mi dicevo di considerarle un po’ malate ma intanto mi stavo tragicamente innamorando di Claudia: quella più cattiva, più esperta e più fantasiosa; l’ideatrice della maggior parte delle mie sofferenze: la più spietata, ma anche la più dolce, la più allegra delle due.

Una cosa particolarmente umiliante era il fatto di fungere da sgabello dove loro si sedevano mentre qualche amica o qualche corteggiatore le chiamava; era un po’ come se un altro fosse coinvolto nel gioco; Claudia era in genere piuttosto sbrigativa e raramente mi usava in questo modo preferendo magari che mentre telefonava le leccassi i piedi; le telefonate di Cristina, invece, specie con gli uomini potevano durare anche più di un’ora e mi costavano un male terribile alla schiena: se poi mi muovevo alla fine della telefonata ero letteralmente torturato: punto con aghi, specialmente sui capezzoli, ma in genere in ogni parte del corpo, cosparso di peperoncino sui genitali, sodomizzato; in genere se venivo torturato dalla sola Cristina, si limitava a riproporre scenari già visti: l’inventiva sadica di Claudia invece non aveva limiti: voleva umiliarmi e recarmi ogni genere di dolore; e questo la divertiva fino a farla ridere a crepapelle; più mi torturava più mi voleva torturare: una volta quando oramai da quasi un mese le servivo, Claudia arrivò mentre Cristina mi stava punendo perché il bagno non era stato pulito sufficientemente bene.

Mi trovò legato nudo con di morsetti di metallo attaccati ai capezzoli e eccitato; decise che se mi stavo eccitando evidentemente la punizione non era stata abbastanza dura. Tirò i morsetti recandomi grande dolore, ma a questo ero abituato; poi prese qualche cosa in cucina e andò in bagno: quando tornò la supplicai di non obbligarmi a tanto, anche se in realtà anche questo oramai mi eccitava, per tutta risposta fui colpito da un violento pizzicotto all’interno coscia: “è un onore che ti viene fatto .....

, Claudia mi schiaffeggiò ancora…. “beh non ringrazi le tue padrone”…. Dissi “grazie”, poi fui slegato e in per ringraziarle dovetti baciare e leccare le loro scarpe. “beh - disse - Cristina ormai è molto meno di uno schiavo... Claudia rise divertita, poi mi diede un bacio sulle labbra. “beh volevo ricompensarlo”.

Cristina, mi guardò con odio che trasmetteva gelosia, mi calciò forte nei testicoli, mi accasciai al suolo, le due aguzzine risero manifestamente divertite.

Chi vuole proseguire il gioco???


 

 

 

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